Entrambe sono figlie della Silicon Valley: Tesla Motors e Lucid Motors affondano le radici in uno dei terreni più prolifici di contatti, idee e fondi di tutta America, dove gli affari si fanno in infradito e t-shirt e le riunioni avvengono in modo informale tra un American Coffee ed una red bull, tra le bevande energetiche più consumate negli uffici dove non si dorme mai.
Anche se se gli anni di differenza sono pochi – Tesla ha ormai 15 anni di esperienza alle spalle, 4 auto di serie commercializzate ed una diversificazione di prodotto enorme – Lucid Motors ha solo 4 anni meno e si è mossa da Menlo Park a Newark il 27 novembre del 2017 per avvicinarsi all’azienda di Musk, forse più per etichetta e biglietto da visita, che non per collaborazioni future: l’azienda infatti non ha mai fatto cenno ad avvicinamenti tecnici o provato a recuperare ingegneri dalla sua vicina.
Ad oggi Lucid ha presentato la AIR, innovativa Luxury car da 4 posti pensato per il comfort ed annunciata ad un prezzo interessante di 60mila dollari, ma ancora ben lontana dalla serie. L’azienda si prodiga in soluzioni stilistiche, di ricarica ed anche di guida autonoma, oltre a fornire diversi ed interessanti numeri su accelerazione e velocità massima.
La notizia più recente è sulle pagine degli amici di VaiElettrico ed è connessa ai petroldollari, anche questa volta interessati a portare know how e prodotti innovativi in terra Araba.
I petrolieri sono alla continua ricerca di innovazione da finanziare con i guadagni della vendita dell’oro nero, hanno un’ottima capacità di vedere più avanti rispetto ad un futuro fatto di elettroni, diversamente dai più grandi ma conservativi fondi europei – come quello Norvegese – che detiene meno dell’1% di Tesla contro – da confermare – il 5% degli Arabi.
Il punto di Daniele Invernizzi
In questi anni ho visto – anche da vicino – fondi ed imprenditori cinesi lanciarsi nella costruzione di auto Elettriche: Lucid è una di queste, fondata ormai nel 2007 dai ricchi cinesi Sam Weng, Bernard Tse, Sheaupyng Lin a differenza di altre startup del ramo elettrico come Thunder Power che hanno messo sede nella vecchia Europa (sede in Italia a Rho per la vicinanza con blasonati carrozzieri Italiani e poi trasferita a Lonate Pozzolo senza produrre auto di serie, ma solo mock-up), Lucid ha scelto sede e R&D americani. In generale queste aziende sono operazioni finanziarie, “contenitori colorati” che sviluppano, riadattano e modificano, Retrofittano e copiano per poi essere rivendute prima di arrivare davvero ad una serie ed alla concorrenza.
Perché ? Costruire un’auto è molto costoso, tra gli addetti al settore ripetiamo sempre il mantra del Miliardo: servono 1Miliardo di euro per portare su strada seriamente una vettura, con tutti gli annessi e connessi e per tenercela diversi anni assicurando assistenza, ricambi e consegne in linea con la media.
Spesso però queste aziende cinesi nascono con poche decine di milioni e faticano parecchio una volta avviate confrontandosi spesso con il baratro del default
I team di ingegneri sono spesso prestigiosi, ma R&D costano e i tier-down (o reverse engineering) in automotive non bastano per portare un’auto su strada, insomma copiare non paga, queste pratiche sono usate dai colossi tedeschi e americani al solo scopo di migliorare i propri componenti e non per crearli.
Penso quindi che in realtà queste aziende siano contenitori appetibili e a buon mercato per non cominciare da zero, o per entrare nel settore magari commercializzando un determinato componente sviluppato – spesso per caso – ed al tempo stesso acquisire un team di ingegneri flessibile, sovente molto giovane, ma nessuna di queste realmente può dirsi concorrente di un costruttore di elettriche, tanto meno di Tesla
I cinesi non costruiscono auto di lusso e non sono ancora competitor temibili per i costruttori europei, anche se mirano a questo è potrebbero arrivare ad esserlo (in fondo però il nostro è un mercato minimale rispetto a quello orientale).
I facoltosi cinesi comprano supercar italiane e transatlantici su ruote americani, ma la massa – anche elettrica – compra vetture dalla qualità discutibile con numeri enormi alle spalle (la stessa BYD e6 è un successo ed un bellissimo esempio e traino di settore, ma di certo non è una bella auto)
Concludendo: è importante è interessante seguire dove i grandi fondi investono tramite aziende che spesso verranno cannibalizzate, facendo guadagnare e crescere i fondi stessi come le cinesi e le piccole startup o aiutando un costruttore ormai ben lanciato ad abbandonare gli short sellers 😉