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Che il petrolio sia insostenibile si sa.l’Italia da sola finanzia le fonti fossili con 14,8 MILIARDI di euro/anno per renderle sostenibili.

Questo dato stride come unghie sulla lavagna se pensiamo che sono MILIARDI i soldi spesi nella cura di patologie legate agli inquinanti ad esso riconducibili, pochi milioni quelli destinati alla ricerca e sviluppo di fonti meno inquinanti.

Ovviamente siamo in buona compagnia: Le economie mondiali sostengono grazie all’inerzia una filiera complessa e mortale. “Chissenefrega, è così da sempre” ha permesso all’economia dei soldi neri di creare un sistema talmente ramificato e complesso, da rendere la cura difficile ed incerta.

L’inerzia è anche il motivo per cui molti di quelli che stanno leggendo questo pezzo e fumano, gettano il mozzicone per terra.

Non abbandonate qui, non offendetevi: torniamo agli esempi:

Dovete pensare ai combustibili fossili come ad un polipo sulla preda: nel liberarsi di alcuni tentacoli, la preda rimane invischiata in altre ventose; il polipo è sempre affamato e con lui tutti i parassiti che vivono degli scarti della sua caccia, sarà difficile levarselo di dosso a meno di usare astuzia e forza.

Sebbene dunque sia insostenibile, alla combustione siamo abituati, perché l’uomo vive il perenne principio della rana bollita.

La tecnologia fa paura ed è difficile accettare ciò che non comprendiamo bene sopratutto se questa introduce dei cambiamenti radicali, per cui cerchiamo di evitarli, di mantenere lo status quo; rimaniamo a bagno nell’acqua via via più calda, dunque pur essendo la generazione più prolifica in tema di progresso siamo anche quella più inefficiente in quanto a consumo di risorse (Australia, Usa e Sud Corea tra i tre più voraci, italia tra gli ultimi cinque per fortuna), situazione mai avvenuta prima in migliaia di anni di occupazione terrestre.

Ma se è vero che per il principio della rana bollita essa muore perdendo le forze necessarie a saltar fuori dalla pentola, è anche vero che la tecnologia non essendo democratica forse non ci permetterà di rimanere assopiti in un clima che da tiepido sta diventando bollente: la terra è la nostra pentola.

Daniele Invernizzi

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